OLTRE L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI



La via è piena di ostacoli. Ostacoli che man mano si avvicinano verso me si dissipano e scompaiono. Quando il futuro diventa presente non  resta spazio per le difficoltà, ogni ostacolo scompare immediatamente.  
Il sentiero che ho davanti a me si apre man mano viene percorso e poco a poco, diventa la salvezza e l'unica strada possibile da attraversare, giorno per giorno, durante la lunga camminata verso la realizzazione continua e incessante dell'eterna consapevolezza .
La sapienza è un elemento fondamentale, ma va usata con cautela,  non è necessario portare con sé troppa teoria, poiché lo stesso cammino diventa una pratica straordinaria. La strada porta con sé l'esperienza, e attraverso l'esperienza la sapienza personale acquisita diventa una spada pronta ad abbattere ogni difficoltà.  
Ogni imprevisto che si insinua davanti ai miei passi, 
diventa una nuova possibilità per comprendere, oltre l’orizzonte degli eventi, che non esiste dualità, non esiste il nero né il bianco, esiste soltanto la mia capacità di riconoscere l’essenza del tutto.  

PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO

OLTRE L’ORIZZONTE DEGLI EVENTI

tra nero e bianco

Analìa Scarpone


  • Il Nero e Il Bianco

Il nero può essere definito come l’impressione visiva che viene sperimentata quando nessuna luce visibile raggiunge l’occhio. L’occhio si occupa di combinare tutti i colori della luce che stimolano in maniera uguale i tre tipi di recettori sensibili ai colori. In mancanza della luce l’occhio può solo percepire il colore nero. Il colore nero è l’assenza di colori.

Il bianco è un colore con alta luminosità ma senza tinta. Più precisamente: contiene tutti i colori dello spettro elettromagnetico ed è chiamato anche colore acromatico (esente da aberrazioni cromatiche).

Prima che venisse accettata la teoria di Newton, la maggior parte degli scienziati riteneva che il bianco fosse il colore fondamentale della luce e che gli altri colori si formassero solamente con l’aggiunta di qualcosa alla luce.

Newton invece, dimostrò che il bianco era formato dalla combinazione di altri colori.

La luce bianca, al passaggio attraverso un prisma di cristallo, crea un arcobaleno con la gamma completa dei colori, suddividendosi infatti in tutti i colori da cui essa è composta.

La mia finalità però non è dare definizioni scientifiche del colore nero e del colore bianco, ma mettere un po’ in trasparenza il perché questi colori si leghino strettamente al nostro stato d’animo, alla nostra anima e al nostro sentire.

Perché usiamo frequentemente l’espressione: “sono d’umore nero”?

E soprattutto, perché il nostro stato d’animo, davanti a qualcosa di colore bianco si trova a subire un impatto opposto alla reazione che si ottiene davanti a qualunque oggetto di colore nero?

Anche nelle semplici espressioni usate comunemente e la maggior parte delle volte pronunciate i completa inconsapevolezza, si trova insita la Legge della Polarità, legge che tra l’altro caratterizza ogni pensiero, ogni parola e azione, nonché ogni singolo oggetto a causa o come conseguenza della esistenza assoluta degli opposti.

Gli opposti sono i due poli della stessa energia.

Se prendiamo in considerazione il significato sostanziale ed univoco dell’energia, comprenderemo automaticamente che essa è Una e soltanto Una. Non esistono due tipi d’energia, non esistono polarità quando si tratta di definire l’energia. Semmai siamo noi che attraverso la nostra mente duale, dividiamo (per così dire) l’energia, dirigendola verso un polo o l’altro ed etichettandola possibilmente come negativa o positiva.

La nostra mente, che è uno strumento meraviglioso e duale, funziona in accordo alla Legge della Polarità, perciò d’accordo al polo in cui abbiamo diretto l’energia ci troveremo l’effetto immediato o nel tempo della nostra scelta.

In altre parole, la nostra scelta dirigere l’energia verso un polo o l’altro, questa scelta corrisponde alla causa, mentre la manifestazione di questa scelta definirà l’effetto. Se abbiamo diretto l’energia su qualcosa di positivo avremmo un effetto positivo, ma se abbiamo diretto la nostra energia verso qualcosa di negativo l’effetto che otterremo non potrà essere che negativo.

L’energia è Una, la nostra mente poi si occuperà di polarizzarla d’accordo all’intento o scelta che dipenderà completamente da noi, e dal nostro stato d’animo.

Due poli della stessa energia.

Essendo l’energia solo Una, possiamo già immaginare che uno degli enormi problemi che l’essere umano si trova ad affrontare è proprio quello di credere e vivere completamente inconsapevole nel dualismo più totale. Il peggio è che non si tratta di un semplice dualismo, ma di una serie di identificazioni che lo stesso essere umano nel arco delle sue numerose vite ha cristallizzato come schema essenziale di vita. Uno schema erroneo ma piuttosto efficace. Questo schema di vita altamente efficace tendenzialmente si ripeterà ciclicamente. Come seguendo la trama di un film visto cento volte, come se si percorresse lo stesso cammino conosciuto nel minimo particolare, ogni volta che ci ritroveremo a compiere una nuova esperienza, che si tratti di una esperienza singola in questa vita o di una vita intera, ci ritroveremo ancora una volta e un’altra volta ancora a ripetere il concetto duale e applicarlo in ogni singolo sperimento che ci cimenteremo a compiere qui in questo meraviglioso pianeta.

Una volta cristallizzata l’idea del dualismo, base di ogni manipolazione mirata, ogni esperienza che l’essere umano realizzerà in questo pianeta, comporterà l’impronta univoca della presenza della Polarità.

Questo dualismo, nonostante tutto, si ritrova in tutto il genere esistenziale e ogni dualità si risolve quando emerge un terzo fattore ad un livello più elevato che sintetizza i due poli opposti. Quando ciò avviene nella dimensione umana scopriamo che questo terzo fattore esiste dietro alla dualità e che è proprio lui che lo produce.

Voglio comunque puntualizzare che sintetizzare i due poli opposti, non vuol dire negare la loro esistenza, ma essere senzienti e flessibili davanti ad essi, cercando nel meglio possibile, di non identificarci, ma osservarli come un attento spettatore canalizzando il significato reale e accorciando le distanze tra uno e l’altro polo. Cercando nel più possibile di restare in equilibrio o più frequentemente chiamata “via di mezzo”.

Quando un essere umano riesce a restare per qualche tempo in questo immaginario e meraviglioso equilibrio interiore, può esserne certo di aver superato le tape fondamentali per arrivare a rendersi, completamente ed in ogni momento, artefice delle proprie azioni.

Solo un essere umano evoluto interiormente scopre e riconosce questa rivelazione, perché ha vissuto e si è identificato prima con il polo Materia e infine con il polo Spirito.

Il vero ostacolo all’evoluzione della coscienza non è tuttavia il dualismo in sé stesso, ma il non volerlo riconoscere ed accettare. L’ostacolo infatti si materializza proprio attraverso il non voler comprendere la reale utilità a proprio vantaggio del dualismo e la sua funzione positiva e necessaria ad uno sviluppo totale e ad una realizzazione autentica.

Solo riconoscendo il “nero” riusciremmo a riconoscere il “bianco” e viceversa. Senza l’esistenza implicita dell’uno non potrebbe individuarsi l’esistenza dell’altro.

Il senso dell’unità si ottiene quando si è consapevoli che tutte le manifestazioni esistenti, in tutti i livelli, sono reali. La realtà delle manifestazioni esistenziali viene individuata perché fanno parte dell’Uno; anche la parte più piccola e apparentemente insignificante concorre alla grande armonia nell’Universo, e come avviene nel maestoso Universo nello stesso modo avviene nel nostro straordinario e meraviglioso schema umano.

Non dobbiamo rifiutare il conflitto che divenne dalla Dualità, poiché accorgerci di esso vuol dire aprire le porte all’identificazione con esso. Perciò, possiamo soltanto essere fiduciosi e renderci conto che tutto questo conflitto dualistico ha un senso, che a poco a poco, rivelerà il suo significato, il suo lato costruttivo, luminoso, utile, giusto e benefico nel grande e perfetto schema evolutivo.

Si potrebbe dire che in essenza tutte le grandi Leggi Spirituali e Cosmiche derivino in effetti, dalla Legge di Polarità, poiché tutte le Leggi sono regolate dal Ritmo di Flusso e Riflusso di Energie che scorrono fra due poli complementari, ottenendo così una Risonanza che andrà a definire la qualità delle nostre azioni e le conseguenze (effetti) di esse.

Questi due poli complementari sono chiamati con molti nomi:

Yin e Yang. Ishvara e Shakti. Puruscha e Prakriti. Eros e Logos. Sole e Luna. Conscio e Inconscio. Maschile e Femminile. Attivo e Passivo. Nero e Bianco… etc.

Tutti questi poli complementari si dividono per poi riunirsi ancora nella coscienza evolutiva individuale.

Non dimentichiamo che i moventi di un essere umano sono una continua interazione tra i poli opposti; interazione fondamentale che permette di distanziare e ravvicinare la risonanza verso l’interno (sé stesso) e l’esterno (gli altri) con le rispettive cause e conseguenze di ogni forma viva esistenziale.

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