LA LIBERTÀ DI ESSERE


Il nostro corpo emozionale si rapporta con la nostra mente attraverso il ricordo. I ricordi sono uno strumento prezioso. Essi servono per comprendere la vera natura del nostro Essere, ma non dobbiamo ancorarci a rimuginare su tutto ciò che ricordiamo. Si tratterà piuttosto: di ricordare per riconoscere. Quando riusciremo a riconoscere il nostro Sé Reale ci troveremo ad aver trasceso ogni esperienza vissuta, oltre la loro natura individuale. Nel momento in cui ci tufferemo nella pratica di riconoscimento del nostro Sé Reale, sarà meglio tener presente che andremo a scoprire la Reale Natura di tutto ciò che abbiamo sperimentato in qualità di spirito, nell’arco di tutta la nostra esistenza. Per avvicinarci a questa consapevolezza esiste soltanto una via... Solo seguendo la via che riporta al nostro IO riusciremo a comprendere i perché della nostra vita, i perché delle nostre esperienze, i perché siamo qui e ora, in qualità di Esseri Perfetti, Unici e Immortali.  

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PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO

LA LIBERTÀ DI ESSERE 10 passi per conquistare l’amore e la felicità

*Analìa Scarpone*


IL POTERE DELL’ACCETTAZIONE

Lasciamoci trascinare dalle nostre emozioni. Gioia e dolore son le due facce della stessa medaglia. Quando ci lasceremo trascinare dalla vera natura delle cose, la vita risulterà trascendentale. Il malessere che sentiamo proviene dalla nostra resistenza alle situazioni che non riusciamo ad accettare. Qualunque cosa stiamo facendo, qualunque cosa ci sta capitando… accettiamo ciò che sta accadendo.


Per molti secoli siamo stati addestrati a non accettare tutto ciò che accade nella nostra vita, a non accettare il nostro Essere così come Egli è. Le culture di tutto il mondo hanno dato il loro contributo al processo d’avvelenamento della nostra mente. Tutt’oggi le culture di tutto il mondo proclamano un concetto fondamentale e univoco:

Migliora te stesso.

Ovunque ci siamo voltati. Con qualsiasi religione o predica ci siamo identificati, ci siamo trovati sempre davanti alla stessa situazione: “migliora questo, migliora quello, sii così, cambia…” Questo costante martellare cambia te stesso” ha creato ansia e dubbi a volontà. Questa richiesta condizionante ci ha convinto a pensare di non essere perfetti, e consentito di qualificare il nostro Essere: vulnerabile, fragile, debole. Con il passare del tempo, abbiamo cristallizzato la convinzione di essere persone bisognose di costanti cambiamenti per sentirci accettati dalla famiglia, amicizie, società.

Sarebbe opportuno ricordare che non è possibile attuare un cambiamento; non è possibile “migliorare sé stessi”, non perché i cambiamenti non accadano, ma perché: quando smetteremo di sforzarci per cambiare qualcosa in noi, sarà la stessa vita a cambiarci, e semmai a migliorarci.

Accettarci così come siamo è molto difficile, perché questo va contro la nostra educazione, contro la nostra formazione, contro la cultura e contro i principi basilari sui quali si muove la società.

Se ci fermassimo un attimo a riflettere ricorderemo subito. Fin dall’inizio ci hanno inculcato “come dobbiamo essere”. Nessuno ci ha detto “vai bene così come sei”, sin dai primi ricordi siamo stati programmati per essere qualcos’altro, ed è stato in questo modo, che ai giorni d’oggi ci troviamo con un software ancora ben funzionante, un programma complesso cristallizzato nella nostra mente, un identikit sul quale: preti, insegnanti, capi politici, governanti e via dicendo… continuano a manipolare sempre con la stessa solfa:

Devi migliorare te stesso, devi fare questo e quell’altro per cambiare ciò che sei e renderti migliore.

Nessun riposo!

Quando abbiamo finito il corso di Yoga, iniziamo con quello di Reiki, e appena finita quella preparazione, partecipiamo al gruppo di meditazione, all’incontro con il gruppo buddhista e così via… Continuiamo, anche nel nostro intento di elevarci spiritualmente, a commettere sempre lo stesso errore “cercare di migliorare prima di conoscere la nostra vera natura, prima di scoprire ciò che siamo”.

Nessuno parla d’accettazione. Nessuno ci dice “accetta ciò che sei”

Quando in realtà l’unica preghiera, l’unico metodo, l’unico asana, l’unico pensiero cristallizzato dovrebbe essere:

Accetta Te Stesso!

Accetta ciò che sei. Ciò che sei è gratitudine. È perfezione. È divino. Ciò che sei è l’unico Dio che esiste.”

Proviamo, al meno per una volta sola, a prendere in considerazione la possibilità di rilassarci all’interno del nostro Essere. Ricordiamo che l’esistenza ci ha fatto e voluto così come siamo. La vita è sempre pronta a riversare i suoi doni su di noi. Il Divino dà sempre in abbondanza, ma spesso siamo noi che non riusciamo a permettere, che tutta questa grazia s’impadronisca del nostro Essere.

Non siamo capaci di permettere.

Non siamo capaci di ricevere.

Non ci sentiamo degni di Essere la perfezione Divina che siamo nella Realtà.

Ci aggrappiamo alle nostre miserie, senza comprendere che le nostre mancanze son parte del software; parte del programma che abbiamo in dotazione, parte del identikit creato da qualcun altro. Continuiamo a punirci. Continuiamo ad ambire di Essere come chi si trova meglio di noi, come chi ha più soldi, come chi vive sentimentalmente più adagiato, come chi: secondo la nostra visuale, vive in un altro mondo, logicamente migliore del nostro.

– Come mai?

– Tutto ciò accade soltanto perché forma parte del programma. Tutto ciò è compresso in quel software ben funzionante, aggiornatissimo con gli ultimi condizionamenti della moda, che ci insegna a punirci per Essere ciò che predica il sistema.

La capacità d’accettazione non è semplice da sviluppare, ma dobbiamo ricordare, che la resistenza è di gran lunga più laboriosa e impegnativa. La resistenza comporta sofferenza e la sofferenza ci fa vivere in uno stato emozionale ed energetico negativo, da questo “stato energetico negativo” deriveranno degli avvenimenti che noi non desidereremo affrontare e nemmeno vivere.

Accettarsi vuol dire: accettare qualunque esperienza stiamo vivendo, sia avversa o positiva, perché sarà accettando la nostra vita così com’è che inizieremo a prendere coscienza della nostra Crescita Personale e cammino evolutivo. Attraverso l’accettazione della vita, con tutto ciò che essa comprende otterremo un miglioramento personale naturale. Questo miglioramento, nel tempo, occasionerà un cambiamento, e quel cambiamento diverrà il primo cambiamento veritiero, il primo passo verso la scoperta della felicità.

Qualunque sia la nostra posizione attuale, accettiamola.

Qualunque sia lo stato d’animo in cui ci troviamo, accettiamolo.

Accettare non è arrendersi. Accettare è un atto di coraggio.

Quando accettiamo pienamente il nostro Essere così com’è, stiamo accettando quella parte di noi che si rifiuta di essere accettata.

Accettare pienamente la nostra realtà qui e ora, indica: far pace con sé stessi e vivere pienamente la nostra esperienza comprendendo anche quella parte di noi, che non è condiscendente ad affrontare questo processo.

Anche se ci troviamo a vivere un momento di difficoltà economica o amorosa, accettiamo ciò che ci sta capitando.

Accettiamoci qui e ora, perché qualunque cosa accadrà oggi, tra un po’ di tempo sarà già parte del passato.

L’unico momento che abbiamo a nostra disposizione per accettare ciò che siamo e ciò che stiamo sperimentando è qui ed è proprio ora.

Solo nel momento presente avremo la possibilità d’accettare e cambiare qualunque situazione faccia parte della nostra realtà. Possiamo iniziare ad accettare il nostro Essere così com’è in qualsiasi momento. Possiamo iniziare ad accettare il nostro Essere così com’è qui e ora concentrandoci sull’importanza primordiale che ha il processo d’accettazione.

Iniziamo adesso!

Adesso è il momento che abbiamo a disposizione per fare di noi tutto ciò che vogliamo Essere.

Oggi siamo ciò che abbiamo pensato ieri. Domani diverremo ciò che pensiamo ora. Il miglior modo di pensare al futuro è accettando ciò che oggi è parte del nostro presente.

Quanto più ci impegneremo a rifiutare la nostra realtà, più profondo diventerà il senso di sofferenza che deriverà dal nostro rifiuto. Nella maggior parte dei casi, si fa una gran fatica ad accettarsi così come siamo, di conseguenza, troviamo un’enorme difficoltà ad accettare le circostanze mondane con cui veniamo a diretto contatto.

Quando si tratta d’accettare quel che accade, tutto risulta laborioso, e certe volte: anche un peso inevitabile che con grande testardaggine ci trascineremo per giorni, mesi, anni… intere vite.

La completa o parziale mancanza d’accettazione della nostra realtà interiore, si rifletterà immediatamente sulla nostra realtà esteriore. In questo caso: la nostra vita diventerà difficile e ci sentiremo infelici. Spesso ci mancherà l’entusiasmo, e il più delle volte: questo stato emozionale lascerà spazio per creare paure inspiegabili e sensazioni sgradevoli.

Se vogliamo accettare gli altri e sentirci accettati, dovremo prima accettare ciò che siamo; quindi: dovremo accettare anche quella parte di noi, che si rifiuta d’accettare la realtà interiore ed esteriore che stiamo sperimentando nel momento presente.

Se vogliamo ricevere gratitudine, prima dovremo essere grati di tutto ciò che siamo, e quando proveremo una profonda gratitudine verso il nostro Essere, dall’esterno arriverà immancabilmente, altrettanta gratitudine.

Se vogliamo che il nostro amore sia accettato, dovremo amare ciò che siamo, e quando ameremo ciò che siamo nella completa accettazione di questo sentimento, l’amore che daremo sarà in perfetta sintonia con l’amore che riceveremo.

Se non siamo contenti davanti alla vita che stiamo sperimentando, prima d’architettare dei cambiamenti sulla realtà esteriore, dovremo cambiare la nostra realtà interiore. Osservare dettagliatamente: qual’è la sensazione che stiamo provando? E – qual’è la causa del nostro disagio?. Solo dopo aver fatto un quadro della situazione e aver compreso i dettagli da cambiare, metteremo in atto un cambiamento interiore. La nostra vita poi s’occuperà di cambiare l’aspetto esterno della realtà, perché:


L’aspetto della realtà esteriore sarà il riflesso della nostra realtà interiore.


Per ottenere un cambiamento esteriore importante e duraturo: questo cambiamento dovrà essere totale. Un cambiamento parziale potrebbe occasionare confusione, rischiando di farci cadere nella ripetizione di ciò che volevamo cambiare. Ogni volta che ci cimentiamo a cambiare qualcosa a livello interiore quel cambiamento dovrà essere completo (totale). Nella completezza riusciremo a muoverci correttamente, accettando ciò che siamo, accettando totalmente anche le sfumature del cambiamento stesso.

Sappiamo già ch’è inutile lamentarsi per tutto ciò che non abbiamo o per quel che crediamo di non Essere. Dunque: risulterà altrettanto inutile, lamentarsi per quel senso di non accettazione che percepiamo da parte degli altri.

Un’accurata osservazione su Sé stessi ci porterà a capire che ciò che gli altri non accettano di noi, oppure: ciò che noi non accettiamo negli altri, descrivono le caratteristiche che dovranno essere soggette al cambiamento. La maggior parte delle volte: queste caratteristiche sono talmente cristallizzate in profondità al punto che risultano appena percepibili alla nostra osservazione.


Il mondo esteriore è lo specchio del nostro mondo interiore.


L’immagine che ci rimanda il mondo esteriore è dipinta con tutti i colori di ciò che accettiamo, ma soprattutto è dipinta con quei colori che appartengono alle cose che non riusciamo ad accettare.

Per comprendere meglio le situazioni che non accettiamo dovremo affidarci all’osservazione di Sé. Quando osserveremo in modo molto accurato il nostro Essere, scopriremo tutte quelle situazioni che non riusciamo ad accettare. Insieme a questa scoperta, comprenderemo anche il modo d’imparare l’arte dell’accettazione, innescando così l’unico cambiamento possibile.


Il cambiamento personale inizierà dal momento in cui riusciremo ad osservare la nostra più intima integrità, senza sforzo e senza interferire con la sua natura primordiale.


Ogni volta che ci osserveremo come testimoni di Sé, riusciremo a riportare in superficie tutte le sfumature del nostro carattere che non ci piacciono. Quando riusciremo a individuare ciò di cui vogliamo sbarazzarci ci troveremo finalmente pronti per sostituire quei vecchi sedimenti con qualche atteggiamento più adeguato.

Non possiamo accettarci parzialmente… Dovremo accettare la nostra integrità, con tutto ciò che forma parte di essa, accettando anche quella parte di noi che non accetta. In quel momento, potrà accadere che se ci troviamo ad affrontare una situazione dolorosa decideremo d’immergerci completamente in essa, fino a divenire lo stesso dolore che stiamo provando. Dovremo fonderci completamente con esso. Comprenderlo. Accettarlo. Darle il benvenuto a braccia aperte. Quando ci troveremo in fondo al pozzo, completamente immersi in quel dolore lacerante, finalmente inizierà il periodo trascendentale, il periodo dell’accettazione e del superamento. Ma solo accettando il dolore riusciremo a sconfiggerlo, non c’è altro modo per trascendere ciò che ci causa sofferenza.

Quando sentiremo la completa accettazione del dolore, esso svanirà.

La resistenza è la nostra peggior nemica. La resistenza crea sofferenza. Ogni volta che ci rifiutiamo di vivere la realtà che stiamo sperimentando, stiamo ponendo resistenza a qualcosa che non potrà mutare da sola. Ogni volta che ci rifiuteremo ad accettare la realtà diventeremo i creatori assoluti della nostra infelicità.

Quando cerchiamo di cambiare il percorso delle cose ponendo resistenza è molto probabile che ci troveremo senza vie d’uscita.

Non sarà attraverso il rifiuto, la resistenza e capricci che otterremo un cambiamento della nostra situazione, ma potremo cambiare la nostra situazione iniziando dall’accettazione della natura esistenziale di quell’esperienza.

Noi siamo i passeggeri della nostra esperienza.

Accettando le nostre situazioni per ciò che sono, riusciremo a trovare il modo di cambiare l’esperienza che stiamo vivendo.

Davanti alla sofferenza; decideremo d’immergerci totalmente nella nostra sofferenza. Davanti ad un momento felice, sceglieremo d’immergerci totalmente nella felicità.

Comprenderemo la causa di ciò che viviamo, soltanto se osserviamo i particolari dell’effetto. Perché: tutto ciò che viviamo è l’effetto dei nostri pensieri, parole, atteggiamenti e decisioni (causa).

Non possiamo permetterci di cadere in depressione, ogni volta che ci troviamo a vivere dei periodi difficili che non riusciamo ad accettare completamente. La depressione è la peggior minaccia alla nostra identità. Con il passare del tempo, la depressione diventerà nociva per la nostra salute fisica e mentale.

Ricordiamo: Il Corpo è il Tempio dell’Anima.

La depressione, s’è trattata in tempo, contribuirà a renderci più forti e stimolerà l’azione. Nella maggior parte dei casi: la depressione è il campanello d’allarme che indica la necessità immediata d’attuare un cambiamento, iniziando ad agire sul nostro essere interiore.

Spesso, restiamo sorpresi nel renderci conto di stare ripetendo i soliti cicli di vita, le solite esperienze, le solite percezioni, sensazioni ed emozioni, senza comprendere i numerosi perché di tale ripetizione. Quando ci accorgiamo di ripetere costantemente le stesse esperienze, non stiamo permettendo il divenire della nostra Crescita Personale, e nello stesso tempo, stiamo rallentando la nostra naturale evoluzione.

Attraverso l’osservazione e completa accettazione della realtà esistenziale riusciremo a togliere il freno alla nostra evoluzione, acconsentendo l’avvenire dei cambiamenti interiori ed esteriori che ci permetteranno scoprire e conquistare l’amore e la felicità.

Il Potere d’Accettazione divenne la capacità inesorabile che permette la totale comprensione delle nostre prove primordiali in questa vita. Attraverso l’accettazione del nostro Sé interiore riusciremo ad agire e reagire davanti ad ogni circostanza esteriore. Questo processo si renderà utile per la nostra evoluzione spirituale. Questo processo attuato con massima consapevolezza ci darà la possibilità di chiudere i cicli karmici.


Nulla cambierà se continuiamo ad agire e reagire nello stesso modo. Ogni volta che la vita ci metterà davanti la stessa esperienza, forse travestita con un abito che sebbene conosciuto, di colore diverso, dovremo darci l’opportunità d’osservare il nostro Sé. Osservando il nostro Sé Reale riusciremo a cogliere le giuste azioni e reazioni per interrompere quelle fastidiose ripetizioni cicliche che son parte del nostro Karma.


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