IL VOLO DELLE FARFALLE



Ci sono persone che per sentirsi vive hanno bisogno di sognare ad occhi aperti, continuando a infrangere le leggi della fisica volando con la fantasia. É proprio così che ho scelto di sentirmi oggi: leggera, sollevata, silente… finalmente libera da ogni attaccamento. Libera da ogni persona o cosa che tenti d’intralciare il mio prezioso percorso verso gli ideali più inimmaginabili.
Inizia la giornata essendo consapevole delle sincronie che accadono nella tua vita. Il più piccolo cambiamento nel tuo modo di pensare può dare inizio ad una nuova vita…  poni le domande al modo giusto, la vita stessa risponderà. 
Non perdere più tempo. La vita ti sta urlando!… Spalanca le porte della tua conoscenza e lasciati ispirare, anche quelle volte che pensi di aver poco tempo da dedicare alla tua scoperta della tua primordiale esistenza. 

FRASI & RACCONTI ZEN

Analìa Scarpone
  • La lezione della farfalla

Un giorno, apparve un piccolo buco in un bozzolo; un uomo che passava per caso, si mise a guardare la farfalla che per varie ore, si sforzava per uscire da quel piccolo buco.
Dopo molto tempo, sembrava che essa si fosse arresa ed il buco fosse sempre della stessa dimensione. Sembrava che la farfalla ormai avesse fatto tutto quello che poteva, e che non
avesse più la possibilità di fare niente altro. Allora l’uomo decise di aiutare la farfalla: prese un temperino ed aprì il bozzolo. La farfalla uscì immediatamente. Però il suo corpo era piccolo e rattrappito e le sue ali erano poco sviluppate e si muovevano a stento. L’uomo continuò ad osservare perché sperava che, da un momento all’altro, le ali della farfalla si aprissero e fossero capaci di sostenere il corpo, e che essa cominciasse a volare.

Non successe nulla! In quanto, la farfalla passò il resto della sua esistenza trascinandosi per terra con un corpo rattrappito e con le ali poco sviluppate.

Non fu mai capace di volare.

Ciò che quell’uomo, con il suo gesto di gentilezza e con l’intenzione di aiutare non capiva, era che passare per lo stretto buco del bozzolo era lo sforzo necessario affinché la farfalla potesse trasmettere il fluido del suo corpo alle sue ali, così che essa potesse volare.

Era la forma con cui Dio la faceva crescere e sviluppare. A volte, lo sforzo é esattamente ciò di cui abbiamo bisogno nella nostra vita.

Se Dio ci permettesse di vivere la nostra esistenza senza incontrare nessun ostacolo, saremmo limitati. Non potremmo essere così forti come siamo.

Non potremmo mai volare.

Chiesi la forza…e Dio mi ha dato le difficoltà per farmi forte.

Chiesi la sapienza… e Dio mi ha dato problemi da risolvere.

Chiesi la prosperità… e Dio mi ha dato cervello e muscoli per lavorare.

Chiesi di poter volare… e Dio mi ha dato ostacoli da superare.

Chiesi l’amore… e Dio mi ha dato persone con problemi da poter aiutare.

Chiesi favori… e Dio mi ha dato opportunità. Non ho ricevuto niente di quello che chiesi… Però ho ricevuto tutto quello di cui avevo bisogno.


  • L’amore cieco

Si racconta che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli uomini.

Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la follia, come sempre un po’ folle, propose: -“Giochiamo a nascondino!”.

L’interesse alzò un sopracciglio e la curiosità, senza potersi contenere, chiese: -“A nascondino? Di che si tratta?”

-“É un gioco, – spiegò la follia – in cui io mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 100 mentre voi vi nascondete e, quando avrò terminato di contare, il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco.”

L’entusiasmo si mise a ballare, accompagnato dall’euforia. L’allegria fece tanti salti che finì per convincere il dubbio e persino l’apatia alla quale non interessava mai niente… Però non tutti vollero partecipare: la verità preferì non nascondersi (perché, se poi alla fine tutti la scoprono?), la superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che non fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arrischiarsi.

“Uno, due, tre…” cominciò a contare la pazzia.

La prima a nascondersi fu la pigrizia, che si lasciò cadere dietro la prima pietra che trovò sul percorso, la fede volò in cielo e l’invidia si nascose all’ombra del trionfo, che, con le proprie forze, era riuscito a salire sulla cima dell’albero più alto. La generosità quasi non riusciva a nascondersi: ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di un albero? Perfetto per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole. L’egoismo, al contrario, trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé, la menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non è vero, si nascose dietro l’arcobaleno), la passione e il desiderio al centro dei vulcani. L’oblio… non mi ricordo… dove?

Quando la follia arrivò a contare 99 l’amore non aveva ancora trovato un posto dove nascondersi poiché li trovava tutti occupati, finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise di nascondersi tra i suoi fiori. “Cento!” – contò la follia, e cominciò a cercare.

La prima a comparire fu la pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per caso trovò l’invidia, e poté dedurre dove fosse il trionfo. L’egoismo non riuscì a trovarlo: era fuggito dal suo nascondiglio, essendosi accorto che c’era un nido di vespe. Dopo tanto camminare, la follia ebbe sete, e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da che lato nascondersi. Alla fine trovò un po’ tutti: il talento nell’erba fresca, l’angoscia in una grotta buia, la menzogna dietro l’arcobaleno, infine l’oblio, che si era già dimenticato che stava giocando nascondino.

Solo l’amore non le appariva da nessuna parte.

La follia cercò dietro ogni albero, dietro ogni pietra, sulla cima delle montagne.

Proprio quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e cominciò a muoverne i rami, quando, all’improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano ferito gli occhi dell’amore…!

La follia non sapeva più che cosa fare per discolparsi: pianse, implorò, domandò perdono… arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre.

L’Amore accettò le scuse.

Da allora l’Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.


  • L’amore e il tempo

C’era una volta un’isola, dove vivevano tutti i sentimenti e i valori degli uomini: il Buon Umore, la Tristezza, il Sapere, incluso l’Amore.

Un giorno venne annunciato ai sentimenti che l’isola stava per sprofondare, allora prepararono tutte le loro barche e partirono, solo l’Amore volle aspettare fino all’ultimo momento.

Quando l’isola fu sul punto di sprofondare, l’Amore decise di chiedere aiuto.

La Ricchezza passò vicino all’Amore su una lussuosissima barca e l’Amore le disse: “Ricchezza, mi puoi portare con te?”. “Non posso, c’é molto oro e argento sulla mia barca e non ho posto per te”.

L’Amore allora decise di chiedere all’Orgoglio, che stava passando su un magnifico vascello:

“Orgoglio ti prego, mi puoi portare con te?”. “Non ti posso aiutare, Amore” -rispose l’Orgoglio- “qui é tutto perfetto, potresti rovinare la mia barca”.

Allora l’Amore chiese alla Tristezza che gli passava accanto:

“Tristezza ti prego, lasciami venire con te”. “Oh Amore” -rispose la Tristezza- “sono così triste che ho bisogno di stare da sola”.

Anche il Buon Umore passò di fianco all’Amore, ma era così contento che non sentì che lo stava chiamando.

All’improvviso, una voce disse: “Vieni Amore, ti prendo con me”. Era un vecchio che aveva parlato. L’Amore si sentì così riconoscente e pieno di gioia, che dimenticò di chiedere il nome al vecchio. Quando arrivarono sulla terra ferma, il vecchio se ne andò.

L’Amore si rese conto di quanto gli dovesse e chiese al Sapere:

“Sapere, puoi dirmi chi mi ha aiutato?”

“E’ stato il Tempo” rispose il Sapere”

“Il Tempo?” -si interrogò l’Amore-

“Perché mai il Tempo mi ha aiutato?”

Il Sapere pieno di saggezza rispose:

“Perché solo il Tempo è capace di comprendere quanto l’Amore sia importante nella vita”.

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