10 sintomi dell’insoddisfazione cronica: come riconoscerla e superarla

Alcune persone sembrano letteralmente ossessionate da ciò che non va nella loro vita. Sono, insomma, perennemente insoddisfatte. Ma quali sono le cause e i “sintomi” di questa forma mentis? Come lasciarla andare per abbracciare un pensiero più positivo?
È possibile non provare mai soddisfazione e anzi, trovarsi sempre contornati da un’aura di tristezza? Sì: chiedetelo agli insoddisfatti cronici! Queste persone, per quanti successi abbiano ottenuto nella loro vita personale, lavorativa e affettiva provano costantemente un senso di vuoto, sentono insomma di non avere tutto ciò di cui necessiterebbero per essere felici e ne fanno motivo di continuo disagio.
Ma perché avviene questo? 

Perché alcune persone non riescono mai a sentirsi appagate? 

Il motivo è da ricercare in parte nella società contemporanea e nell’educazione ricevuta, in parte nel carattere individuale. 

Viviamo in un’epoca in cui si esalta la capacità di raggiungere il successo ed essere popolari. Se duecento anni fa, poniamo, il massimo risultato per un uomo significava avere ottenuto un buon impiego, aver costruito una grande casa e avere cinque o sei figli, oggi le cose sono ben diverse. Oggi, per essere considerate persone di successo, è fondamentale godere di una vera e propria fama, conquistata nella vita reale oppure sui social. Così, anche chi ha un bel lavoro, una bella casa e magari una bella famiglia si sente comunque manchevole, incompleto. 

Scendendo nel profondo, però, vediamo che chi si sente perennemente insoddisfatto ha quasi sempre problemi di autostima e nella maggior parte dei casi ha avuto un’educazione familiare piuttosto rigida, orientata a farlo primeggiare sugli altri. Quello che è stato in passato un bambino costantemente spinto a eccellere, sarà probabilmente un adulto continuamente in cerca dell’approvazione altrui e mai soddisfatto delle lodi o dei premi che ha ricevuto. 

Quali sono i principali “sintomi” dell’insoddisfazione cronica? Come riconoscerla in voi stessi o negli altri? Ecco alcuni segnali chiave: 

    1. Gli insoddisfatti cronici provano un senso di forte e “debilitante” frustrazione quando non raggiungono in pieno i propri obiettivi.  

    2. Gli insoddisfatti cronici sono persone altamente perfezioniste.  

    3. Gli insoddisfatti cronici tendono a lamentarsi  

    4. Gli insoddisfatti cronici si pongono spesso obiettivi troppo grandi per loro.  

    5. Gli insoddisfatti cronici non sanno accettare il fallimento: ogni risultato mancato rischia di farli scivolare nella depressione.  

    6. Gli insoddisfatti cronici sono estremamente critici nei confronti degli altri, ma lo sono prima di tutto nei confronti di se stessi.
  
    7. Gli insoddisfatti cronici potrebbero presentare un carattere ossessivo: l’ansia di raggiungere i loro obiettivi potrebbe trasformarsi in una fissazione in grado di stravolgere la loro quotidianità.  

    8. Gli insoddisfatti cronici solitamente fanno fatica a comunicare agli altri le proprie aspettative.  

    9. Gli insoddisfatti cronici hanno una idea di felicità irrealistica: credono che la perfezione esista e la fanno coincidere, nella loro mente, con la felicità.  

    10. Gli insoddisfatti cronici non sono in grado di cogliere bene l’apprezzamento da parte degli altri e fraintendono i complimenti genuini che vengono loro rivolti. Credono sempre di non aver meritato fino in fondo l’approvazione che viene loro rivolta.  

Se ti sei riconosciuto in questo ritratto, non farti prendere dal panico: l’insoddisfazione non è necessariamente qualcosa di negativo e diventa tale solo quando ti rendi conto che l’ossessione del risultato sta avvelenando la tua vita privandola della sua bellezza. Un’insoddisfazione moderata, anche quando è permanente, potrebbe portarti effettivamente a raggiungere risultati migliori nel tuo lavoro e, in generale, nella tua vita: a patto di sapere quando è il caso di darti una pacca sulla spalla e di fermarti. 

Se il tuo malessere per gli obiettivi mancati è troppo forte ed è sfociato, ora o in passato, in momenti di depressione, malesseri psicosomatici o problemi relazionali, allora è il caso di intervenire per migliorare la tua condizione. Come? Prima di tutto, con la psicoterapia; in secondo luogo, imparando a conoscere ed evitare gli ambienti tossici che incoraggiano una competitività esasperata; in terzo luogo, circondandoti di persone in grado di farti sentire profondamente amato e accettato, cosa che potrebbe esserti mancata in passato. Sapere che là fuori c’è qualcuno che ti ammira e ti apprezza esattamente come sei potrebbe darti una gran mano per superare questo disagio.
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