DALL’INFERNO AL PARADISO



Non scordare mai che ogni moneta ha due facce. Da una parte c’è impresso il suo valore, ciò che costa. Dall’altra parte c’è specificato ciò che dà. Accade lo stesso in tutti i conflitti che cerchi d’affrontare.  Una faccia della realtà ti svela lo sforzo che fai di fronte alle ferite aperte e doloranti, ma sull’altra faccia della stessa realtà c’è delineato accuratamente ciò che ti rafforza e insegna. Solo tu puoi decidere su quale faccia della tua realtà focalizzarti, consapevole che attraverso questa scelta miracolosa riuscirai a percepire che la vita è bella o un’immane tragedia.


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PRIMO CAPITOLO DEL LIBRO: DALL’INFERNO AL PARADISO * Analìa Scarpone*

IO SONO

Cosa Significa per me ESSERE?


Essere te stesso in un mondo che vuole che tu sia qualcos’altro è il più grande successo. L’unica persona che sei destinato a diventare è la persona che hai deciso di essere.

Ralph Waldo Emerson

Essere esprime la realtà. Il puro esistere di qualcuno o qualcosa … «penso, dunque sono» Essere l’esistenza attraverso Me (il pensiero).

Di fatto, poiché: siamo la consapevolezza che sperimenta il nostro essere attraverso «Io Sono». Noi siamo: sia l’essere, sia la consapevolezza dello stesso concetto. La nostra vera essenza è consapevolezza, anzi, più precisamente: «auto-consapevolezza». Tale consapevolezza viene riconosciuta chiaramente attraverso «Io Sono». Poiché la libera consapevolezza del nostro essere è sperimentata attraverso l’amore, felicità, luce, chiarezza, abbondanza, ecc. Nella nostra essenza naturale siamo: Essere. Consapevolezza. Amore. Felicità. Luce. Chiarezza. Abbondanza…

Nell’essenza «Noi siamo un’entità non duale» è il sorgere delle attività mentali a distrarci costantemente dal nostro essere essenziale, annebbiando la naturale chiarezza: auto-consapevolezza, oscurando la consapevolezza dell’amore, felicità, luce, chiarezza, abbondanza, che sono la nostra vera natura esistenziale. Finché la nostra mente si manterrà estroversa e occupandosi di qualunque altra cosa diversa dal nostro essere essenziale, non riusciremo a sperimentare l’Essere perfetto, permanente e incondizionato che siamo nella Realtà Ultima. Pertanto: per poter sperimentare il nostro vero essere dovremo esperimentare l’auto-conoscenza, cioè: consapevolezza perfettamente chiara del nostro Essere Essenziale.

La nostra mente si manifesta nel mondo esterno identificandosi con tutto ciò che è fenomenico, tale attività la compie attraverso «Io Sono». Tuttavia, la vera essenza dell’Essere non è «Io Sono» piuttosto uno stato più profondo, ovvero: uno stato non fenomenico. Essere esprime la Realtà. Dunque, la Realtà di Essere si manifesta nel mondo delle forme attraverso «Io Sono». Di fatto: noi siamo ciò che decretiamo attraverso «Io Sono».

Tramite il complesso dei pensieri la nostra mente è programmata per decifrare e dunque: diventare, ciò che afferma, ciò che sente e ciò che percepisce servendosi dal mondo fenomenico. Il pensiero è energia. L’energia vibra in diverse frequenze, dunque: l’energia dà forma alla sostanza permettendo la creazione interna ed esterna di ciò che è. Un pensiero ottimista vibra in una frequenza leggera, fluida, sottile, mentre un pensiero pessimista vibra in una frequenza pesante, bassa, grossolana. Questo ci fa capire velocemente che se attraverso il pensiero elaboriamo etichette positive od ottimiste sul nostro Essere otterremo una risposta energetica positiva, mentre se elaboriamo etichette negative o pessimiste sul nostro Essere, senza indice di dubbio, otterremo una risposta energetica negativa. Ora, è lecito pensare che fa riferimento alla Legge Dell’Attrazione, ma il concetto radicale, se ben si avvicini molto al meccanismo di questa potente Legge va oltre l’immaginabile, perché: ogni giorno attraverso «Io Sono» stiamo creando nel mondo fenomenico, ovvero: la nostra realtà, senza eccezione. Anzi: nel 90% dei casi, quella realtà è negativa, inconsapevole, rivestita da numerose paure, lontanissima anni luce da ciò che vogliamo divenire, ottenere; cioè: Essere.

Se desideriamo sperimentare uno stato d’animo positivo/ottimista permanente e incondizionato o conquistare totale consapevolezza su ciò di cui possiamo essere assolutamente certi dobbiamo focalizzare l’attenzione su di noi e più esattamente sulla consapevolezza del nostro essere essenziale «Io Sono». Questo ci darà la possibilità di renderci conto di chi o cosa siamo realmente.

La Legge Dell’Attrazione ci dice: Si attrae a sé ciò che è uguale al sé. Per renderci conto di Chi? o Cosa? siamo realmente dobbiamo attuare con particolare attenzione sui pensieri/etichette che hanno prevalso nella formazione del Sé, perché: sono quei pensieri/energia che elaborano il non fenomenico trasformandolo in fenomenico. In altre parole: osservando i nostri pensieri/energia comprenderemo in pochi passi chi siamo veramente.

– Chi è l’Essere che Siamo?

– L’Essere che Siamo è definito da una serie di pensieri «convinzioni, abitudini, cristallizzazioni, esperienze del passato» elaborati dalla nostra mente dando vita all’Essere attraverso tutto ciò che è intaccato a «Io Sono».

Facciamo attenzione alle seguenti affermazioni riportate sul libro «LA LIBERTÀ DI ESSERE – 10 passi per conquistare l’amore e la felicità»

IO SONO triste.

IO SONO felice.

IO SONO malato.

IO MI SENTO bene.

IO SONO un fallito.

IO SONO una persona di successo.

– Che differenza c’è tra queste affermazioni?

Chi dice di sentirsi triste creerà tristezza intorno a sé, ma chi dice di essere felice creerà felicità.

Chi dice di essere malato subirà la malattia, ma chi dice di sentirsi bene percepirà buona salute e benessere.

Chi dice di essere un fallito vivrà il fallimento, ma chi dice di essere una persona di successo attrarrà a sé il successo.

La nostra Realtà interna ed esterna diverrà ciò che aggiungiamo subito dopo il primo pronome personale «IO».

Cosa c’è stato a definire il nostro «sentire»? O meglio: Per elaborare queste affermazioni «positive e negative» cosa è successo all’interno del nostro Essere? Ci sono due possibilità. Due fonti da cui proviene un’affermazione «positiva o negativa» consapevole o inconsapevole.

  • Le esperienze del passato appartenenti a questa vita e vite anteriori.
  • I condizionamenti acquisiti dal mondo esterno cristallizzati nel subconscio.

Le esperienze del passato

Il Passato è una lezione. Ripassare questa lezione ciclicamente può rallentare la nostra Crescita Personale ed Evoluzione. Dunque: osserviamo con massima attenzione le lezioni che abbiamo imparato in passato; ci risulterà incredibilmente strano comprendere che le esperienze che riguardano momenti di gioia e felicità, non solo sono state vissute, godute e imparate, ma non ci tornano nemmeno in mente. La nostra memoria non ricorda quei momenti di leggerezza, sorrisi, benessere… come se i momenti felici fossero destinati a non formar parte dell’insieme dei ricordi da commemorare. Mentre, puntualmente, le esperienze in cui qualcosa non è andato come volevamo, pertanto: considerate avverse; ci risulteranno nitide, sempre presenti nella mente come un perenne ricordo di ciò che è successo: il dolore, ingiustizia e tristezza che abbiamo sentito. Non ci rendiamo conto che tali avvenimenti alimenteranno la nostra paura ogni volta che si presenterà una situazione simile «il più delle volte questa somiglianza è un prodotto nettamente mentale lontano dalla realtà» ma a noi piace così! A noi piace focalizzarci sul futuro incrementando la paura di qualcosa, che nel 99% dei casi, non accadrà. É buffo, ma sembrerebbe che la memoria abbia nascosto in qualche angolino sperduto della mente quei ricordi pieni di sorrisi, accettazione, felicità e insista a trattenere e possibilmente ricordarci più volte al giorno, tutto ciò che ci ha ferito, bastonato o fatto sentire tristi e desolati. Ad occhio e croce, pare che non abbiamo la stessa capacità per contemplare e ricordare con la stessa intensità la felicità, successi, trionfi, quanto le ferite, bastonate e sofferenze che abbiamo subito. Quelle lezioni, che ci hanno comportato a vivere momenti di desolazione, tristezza e sofferenza, son sempre lì a portata di mano, sempre pronte per partecipare alle nuove revisioni, sempre disposte a collaborare con noi e ricordarci il dolore provato. Non ci rendiamo conto che sarà proprio in questo modo, che ci focalizzeremo sul dolore da evitare invece di pensare a quel dolore come qualcosa che abbiamo già affrontato e combattuto. La maggior parte delle volte, la focalizzazione si concentra su ciò che vogliamo evitare invece di essere concentrata direttamente su ciò che vogliamo ottenere. É così che continuiamo a creare mancanza e sofferenza intorno a noi allontanandoci sempre più dai nostri ideali e restando indifferenti davanti al concetto:

«La maggior parte della sofferenza umana è inutile, poiché ce la infliggiamo da soli quando, a nostra insaputa, lasciamo che la mente prenda il controllo della nostra vita riportandoci su sentieri già battuti sui quali abbiamo raccolto le nostre miserabili sconfitte».

Analìa scarpone

La paura alla ripetizione delle nostre miserie è ciò che devia la focalizzazione verso le situazioni che vogliamo evitare, pertanto: se stiamo cercando il successo sarà meglio focalizzarci su di esso e non su una serie di impegni per evitare il fallimento ottenuto la volta scorsa. Ricordiamo che non resistere, non giudicare e non avere attaccamento, sono i tre aspetti della vera libertà. Smettiamo di porre resistenza a ciò che vogliamo raggiungere, evitiamo giudicare il presente in funzione delle miserie passate e soprattutto non restiamo attaccati morbosamente alla paura di fallire. Queste tre condizioni ci faranno sentire la totale capacità del nostro Essere. La piena libertà di Essere quell’Essere che siamo nella nostra più intima realtà.

Per sentirci liberi e agire con freschezza e lucidità il passato deve fluire. Il passato non deve interferire nell’Ora. Il passato è il modello che ha permesso il nostro divenire presente, ma è pur vero che navigando sulle onde del passato rischiamo di perderci nella fitta nebbia di ciò che è stato, mancando la comprensione della nostra vera identità. Il passato ci permette di stare attenti davanti alla ripetizione ciclica di certe esperienze già vissute, siano esse positive o negative. Ricordare il passato non vuol dire «vivere nel passato», ma invita ad affrontare la vita con la giusta consapevolezza di ciò che è stato esperimentato. Imparare a discernere fra vivere in funzione del passato e ricordare le lezioni già imparate non risulterà semplice, ma aiuterà la nostra focalizzazione per concentrarci in modo giusto ed efficace.

Ogni situazione che affrontiamo Qui e Ora è completamente nuova. É possibile che alcuni aspetti della nuova esperienza ci ricordi alcune circostanze già vissute, ma questo particolare non dovrà sabotare il nostro intento o le nuove idee, che in quel momento, non abbiamo tenuto in considerazione. Ricordiamo che «vedere con gli occhi del passato» potrà danneggiare la prospettiva con cui stiamo affrontando le nuove situazioni che ci offre la vita. Sarà un compito molto utile lasciar fluire le idee sulle situazioni che stiamo affrontando con la giusta consapevolezza, che esse son lì davanti a noi e non per la prima volta, proprio per un valido motivo. Tale motivazione verrà osservata in profondità, perché il motivo per cui si ripresenta la stessa esperienza è pure l’opportunità che ci viene data per trascenderla.

Dobbiamo darci delle nuove possibilità per affrontare le situazioni già conosciute e che finora abbiamo risolto raccogliendo soltanto insuccessi, questo modo sottile di osservare ciò che viviamo ci porterà a conquistare la libertà individuale e la comprensione di ciò che siamo nella Realtà Ultima.

Parlare del passato è come pronunciare parole già dette. È come compiere azioni già fatte. Parlare del passato è come vivere momenti già vissuti. Il passato è un pensiero predominante, ma con la giusta attenzione verrà contemplato senza permettere che interagisca e limiti l’unica realtà reale che esiste: Qui e Ora. Non scordiamo che il potere per creare il futuro si trova nel presente. Il presente è l’unica realtà che esiste. Nel presente il nostro Essere esprime la sua Totalità.

I condizionamenti acquisiti dal mondo esterno

Gli esseri umani sono prodotti geneticamente. Basterebbe questa affermazione per far saltare l’idea materialista che non può non ammettere che gli uomini sono diversi proprio perché ciascuno di essi proviene da una verticale genetica che varia in accordo al gruppo familiare. Teniamo anche in conto che ogni gruppo familiare è a sua volta, condizionato da fattori esterni «razza, società, stato, città, orientamento religioso, politico, ecc». Pertanto, ognuno di noi è prodotto di tutto ciò che proviene dall’esterno. Non per nulla, quando veniamo al mondo i nostri occhi si aprono verso l’esterno, da quel momento il nostro mondo interiore inizierà la sua trasformazione lasciandosi condizionare da tutto ciò che forma parte dalla maestosa realtà mondana. Possiamo avere in eredità dai nostri antenati certi aspetti generici, ma possiamo pur nascere con una forte tendenza «antistorica» che ci porterà a diventare contrari ai condizionamenti provenienti dalla famiglia. A questo punto, subentra il livellamento sociale che «de-condiziona» la nostra personalità, che da quel momento in poi tenderà a trasformarsi ulteriormente per diventare completamente nuova e divenire un Essere genuino.

É evidente che subiamo i condizionamenti da parte dell’ambiente in cui nasciamo e svolgiamo la maggior parte della nostra vita, questo genere di attività condizionante è la più forte e persistente che esista, essa incide strutturando totalmente la nostra capacità psichica per poi diventare subconscia, cristallizzandosi lì per formare il carattere e personalità. Dopo i primi 10 anni vissuti nel seno della propria famiglia e in un certo ambito socioculturale, per noi sarà difficile attuare un processo di «de-condizionamento». Pertanto, tale processo dovrà avvenire in modo completamente cosciente applicando una forte e persistente volontà per discernere ciò che riteniamo opportuno cambiare nel comportamento e personalità; dalle cristallizzazioni embrionali e familiari che si sono insediate sia durante i mesi di gestazione, alle abitudini che abbiamo acquisito, direttamente o indirettamente, all’interno dal gruppo famigliare.

In genere, i condizionamenti accumulati sono molto sottili, spesso si confondono con autentiche realtà che formano parte della nostra essenza o identità individuale; questo accade dovuto alla nostra tenera e breve esperienza terrena; se teniamo presente che durante i primi 6 anni di vita alcuni bambini hanno ricordi delle vite precedenti che si sfumano con il passare del tempo è comprensibile che tali ricordi potranno tornare negli anni successivi sotto forma di sogni e percezioni per lo più: incomprensibili. Pertanto: attuare un processo di «decondizionamento» diverrà un’impresa ardua, difficile e temeraria, ma alla fine di questo complicato processo verrà allo scoperto la vera essenza spirituale decongestionata da intercettazioni e agenti contaminanti.

Un forte condizionamento a carico dell’ambiente famigliare in cui siamo nati sommato all’ambiente circostante «società, moda, tradizioni, abitudini, comportamenti» faciliterà la creazione di un falso Essere (Sé) molto lontano da ciò che siamo realmente nella nostra individualità (Unità). Spesso e volentieri: Noi non siamo veramente Noi. Da un lato ci rendiamo conto di non essere il prodotto di tutto ciò che ci circonda, compresa l’eredità storica dei nostri antenati; dall’altro lato: diverrà difficile discernere chi pensa, si emoziona, prova diversi stati d’animo, parla e agisce, dal vero Essere che percepiamo come l’unificazione di tutto ciò che siamo.

Noi siamo destinati ad essere Noi Stessi. Noi «corpo-mente-anima-spirito» siamo destinati ad essere Noi Stessi «Unificazione» Tutto il resto: abitudini, eredità, tradizioni, costumi, moda, insegnamenti e altri condizionamenti sono componenti acquisiti che spesso ci risultano scomodi e inspiegabili «come se tutto ciò non formasse parte della nostra integrità».

– Quando siamo Noi Stessi?

Siamo Noi Stessi quando oltre lo spazio circostante «credenze, abitudini, razza, stato, tendenza» riusciamo ad agitare e far emergere il nostro autentico mondo interiore, che se ben è ancorato al mondo esterno della sovrastruttura ci permette di riconosce in sé una serie di bisogni nettamente interiori: ricerca interiore, osservazione profonda delle debolezze e punti di forza, analisi delle emozioni, aspirazioni e passioni. La nostra vera essenza è la parte immutabile convivendo e interagendo con il mondo mutevole.

Vi è mai capitato di agire in un certo modo? O di pronunciare certe parole e sentire dentro di voler agire o parlare in tutt’altro modo?Perché accade questo?. Questo accade perché siamo completamente inibiti. L’inibizione nasce dal contrasto fra la personalità strutturata dai condizionamenti e il mondo profondo autentico, che possiamo riconoscere soltanto se ci prendiamo del tempo per osservare e analizzare i nostri atteggiamenti con grande attenzione e accuratezza. La struttura condizionante acquisita dal mondo esterno ci mantiene offuscati e finisce per creare una barriera che impedisce manifestare ciò che siamo nell’interno del nostro vero Essere. Questa particolare dissociazione agisce sabotando le nostre capacità naturali portandoci confusione e dismisura fra il nostro valore interiore e quello che riusciamo a manifestare interloquendo con il mondo esterno. In altre parole: siamo più forti «dentro» che «fuori».

– Questo «dentro» Da cosa è costituito?

Questo «dentro» è sorto lentamente dal momento della nascita al giorno d’oggi; è sorto come una forte necessità di libertà e riconoscimento della realtà che Noi Siamo; è sorto come la libertà di un fanciullo con la sua massima sincerità e aggressività, che vengono soffocate dalle regole sociali. L’affermazione: «La nostra civiltà ha ucciso l’Uomo» allude proprio a questa oppressione che avviene tra l’infanzia e l’età adulta. Perché, inanzi tutto, bisogna sottolineare: il grande fraintendimento che c’è sul concetto «civiltà». Crediamo che il significato della parola «civiltà» rispecchi le «buone maniere» cioè: comportarsi in modo senziente. Mentre, in realtà, con il termine «civiltà» si fa riferimento al comportamento generale dell’uomo nei confronti dei suoi simili, questo è il concetto che qualifica il termine «civiltà», molto diverso all’insieme di regole sovrastrutturali con cui opprimono e indeboliscono il vero carattere delle persone.

Viviamo all’interno di un modello che soffoca la reale libertà, ecco perché il nostro «dentro» o «aspetto interiore» emerge indebolito per poi essere soffocato da regole mondane che in realtà nemmeno ci appartengono. L’essere interiore va oltre la libertà sovrastrutturale. Questa forma di libertà resterà sempre superficiale, ma restituire la vera libertà all’individuo può diventare pericoloso per il sistema di controllo che grava sull’umanità; pertanto: l’unico modo per riacquistare la vera libertà e sbarazzarci dai condizionamenti storici e mondani, sistemici e sociali, contemplando attentamente il nostro essere profondo per individuare gli agenti condizionanti e lasciarli fluire permettendo l’affiorare della nostra più intima identità.

Se guardiamo il nostro Pianeta dal punto di vista evolutivo ci rendiamo conto quanto esso sia migliorato a livello Spirituale. Oggi, l’espansione della coscienza del vero Essere (Sé) non è più un secreto, non è più riservata a certe culture orientali o maestri. Le proteste e rivolte verso le strutture condizionanti sono sempre più frequenti, l’essere umano sta affrontando la sua paura esigendo maggior rispetto verso Sé Stesso e verso il suo habitat. Lentamente sta emergendo il Nuovo Uomo, l’Uomo che riconosce la sua vera identità usando tale conoscenza per disfarsene da ogni fattore condizionante. Egli è parte attiva di una nuova «civiltà». Una «civiltà» non più fraintesa nel suo classico concetto, ma altamente rispettosa della Libertà Interiore.

Abbiamo a disposizione un solo momento in cui l’Essere può riconoscere la sua realtà individuale priva d’alcun condizionamento, quel momento è Adesso. Perché nella realtà ultima: solo essendo presenti nel momento presente riusciamo ad assaporare la nostra vera libertà interiore. Il nostro Essere è sempre Qui e vive Ora, completamente presente, cosciente della sua presenza. Alla Luce di tutto ciò, quando ci domandiamo: Cosa significa per me Essere? L’unica risposta possibile sarà: Io Sono oltre il mio Essere apparente. Oltre i miei pensieri, emozioni, sentimenti, parole e azioni. Oltre le mie sensazioni, immagini e percezioni. Io Sono ciò che Sono nella mia completa Libertà di esercitare la mia Identità Interiore.


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